Bike & Flavour in Orvieto

Orvieto is a town with a unique historical and artistic heritage, having lived through Etruscan and medieval times as an undisputed protagonist, and today it is ready to win you over. Combine the pleasure of practising your favourite sport with the chance to admire the treasures of this Italian jewel, accompanying everything with excellent tastings of local products.

Price

From € 380,00
3 days / 2 nights

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Description

Programme: 

Day 1

Arrival at an ancient Country Relais in the hills of Orvieto behind Monte Peglia, in the heart of the UNESCO Biosphere Reserve. Accommodation in standar... more

Programme: 

Day 1

Arrival at an ancient Country Relais in the hills of Orvieto behind Monte Peglia, in the heart of the UNESCO Biosphere Reserve. Accommodation in standard room, welcome dinner and overnight stay.

Day 2

Breakfast at the hotel. Departure for Orvieto, a marvellous city perched on a tuff cliff. Meeting with the cycling guide and handover of the bike (or eBike) for the start of the tour, which from the magnificent Piazza del Duomo goes along the cliff offering extraordinary views over the valley of the Paglia river. The route continues along the medieval quarter to admire the 11th-century church of San Giovenale. There is an entrance to the underground city for a guided tour of Orvieto Underground, a maze of caves and wells that run along the entire cliff and end of the tour in an Etruscan wine cellar where excellent local products accompanied by extra virgin olive oil and excellent local wines will be tasted. Return to the hotel and overnight stay.

Day 3

Breakfast at the hotel and checkout. Meeting with the cycling guide and handover of the bike for a tour of discovery of the Monte Peglia area: through the Sette Frati Park, you will ascend to an area of rare beauty, recognised by UNESCO as a MAB Reserve for the integrity and conservation of its natural values, which offers breathtaking views of the Tiber Valley and the cliff of Orvieto. In the area there are barbecues and picnic tables for relaxing activities.

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The fee includes:

  • 2-night stay at Country Relais: accommodation in double room, breakfast included
  • Welcome tasting dinner (3 courses, drinks not included)
  • 1 bike tour in Orvieto lasting about 4 hours (including bike hire, helmet and bike guide)
  • Entrance to Orvieto Underground
  • Wine and oil tasting in combination with typical local products
  • 1 bike tour on Monte Peglia lasting approx. 3 hours (including bike hire, helmet and cycling guide)
  • Medical/baggage insurance

The fee does not include:

  • Transport
  • Tourist tax if applicable
  • Tips
  • Personal extras and anything not specifically mentioned in "The price includes".

Map

Points of interest

Le origini

Gioiello dell’architettura romanico-gotica italiana, è il monumento simbolo della città di Orvieto ed è dedicato alla Vergine Maria assunta in cielo.

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“Orvieto, dove l’arte senese posò il Duomo più bello d’Italia, quella facciata immensa e minuta, come una miniatura scolpita, come una pagina che non si può voltare, e la guardi senza fine e qualcosa ti si scioglie dentro, in silenzio come una comunione”. 

(Cesare Brandi, Terre d’Italia)

Prima del Duomo

La cattedrale di Santa Maria de Episcopatu (successivamente ribattezzata Santa Maria Prisca, cioè antica) e la chiesa dei canonici, San Costanzo, alla fine del secolo XIII lasciano il posto alla nuova cattedrale, nata da un generale progetto di risistemazione urbanistica per la frequente presenza della corte pontifica in città che richiedeva, per le celebrazioni papali, una chiesa adeguata.

L’avvio dei lavori è datato al 13 novembre 1290 alla presenza di papa Niccolò IV. Il 23 agosto 1291 il pontefice, nel concedere un’indulgenza a favore della nuova chiesa, ne ricorderà la posa della prima pietra: primarium lapidem per nos benedictum […] propriis manibus duxerimus collocandum.

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La Facciata

Capolavoro dell’arte gotica italiana. La sua realizzazione, iniziata nel 1310 circa, può considerarsi architettonicamente conclusa nel 1532.

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DA SAPERE:

  • I progetti per la realizzazione della facciata sono conservati nell’Archivio dell’Opera del Duomo. Il più antico risale alla fine del Duecento: dell’ambito di Ramo di Paganello, è il primo disegno architettonico della facciata della cattedrale.
  • Il primo vetraio del Duomo fu Consilio da Monteleone. Iniziò a lavorare per la fabbrica nel 1321, assunto poi come magister vitri. Realizzò tessere per i mosaici figurati e decorazioni degli elementi architettonici della facciata. Rimase legato all’Opera del Duomo per più di quarant’anni.

È il capolavoro dell’arte gotica italiana. La sua realizzazione, iniziata nel 1310 circa dal senese Lorenzo Maitani, può considerarsi architettonicamente conclusa nel 1532. Nella parte alta, al di sopra del portale centrale, si ammira l’elegantissimo rosone realizzato dall’Orcagna a metà del Trecento.

I progetti per la realizzazione della facciata sono conservati nell’Archivio dell’Opera del Duomo. Il più antico risale alla fine del Duecento ed è conosciuto come progetto monocuspidale: dell’ambito di Ramo di Paganello, è il primo disegno architettonico. Il secondo, risalente al primo quarto del Trecento, è attribuito a Lorenzo Maitani e raffigura il cosiddetto progetto tricuspidale, quello effettivamente adottato in fase esecutiva.

Il rosone

Nel 1358 venne chiamato a dirigere il cantiere della cattedrale Andrea di Cione, detto l’Orcagna. Egli lavorò, tra l’altro, al magnifico rosone, con al centro la testa del Cristo circondata da una finissima decorazione marmorea. Lungo i lati dell’ampio quadrato, si affacciano 52 teste di santi, tante quante le settimane dell’anno. Ai fianchi, disposti a due a due su tre piani sovrapposti, troviamo i Profeti; al di sopra del rosone, le statue dei dodici Apostoli, eseguite da vari artisti alla fine del XVI secolo.

Le sculture della facciata

Sculture, bassorilievi ed altri elementi plastici, già inseriti nel progetto attribuito a Lorenzo Maitani, ricoprono interamente la facciata. I bronzi erano originariamente dorati, come testimonia il gruppo della Maestà, oggi esposto presso il Museo dell’Opera del Duomo e riprodotto in copia in facciata. Le guglie, ricche di rilievi, furono completate da Ippolito Scalza alla fine del XVI secolo.

I mosaici

Il ricorso a mosaici con sfondo dorato, oltre ad elevare il pensiero verso l’eternità beata, narra anche la ricchezza della città e delle sue istituzioni.

I temi della decorazione riguardano gli episodi più significativi della vita di Maria: l’Annunciazione ad Anna, la Natività di Maria, la Presentazione al tempio, lo Sposalizio della Vergine. Un’eccezione venne fatta per il Battesimo di Cristo, collocato sopra la porta laterale attraverso cui si accedeva al fonte battesimale.

Curiosità:

  • Con una delibera del 9 aprile 1584, i Soprastanti della Fabbrica decisero di procedere alla messa in opera del mosaico del timpano, la parete triangolare centrale in alto. Il tema prescelto fu la Risurrezione di Cristo. Agli inizi del Settecento, il mosaico versava in cattive condizioni, perciò si decise di sostituirlo con l’Incoronazione della Vergine.

  • Tra le carte dell’Archivio dell’Opera del Duomo si può leggere che i maestri mosaicisti venivano trattati in maniera particolare e retribuiti più degli altri operai. Potevano inoltre contrattare le condizioni di assunzione ed il salario, riuscendo molto spesso ad ottenere contratti vantaggiosi

Le porte

Nel 1962 l’Opera del Duomo commissionò allo scultore Emilio Greco la realizzazione delle tre porte bronzee della facciata. Consegnate nel 1964, furono installate l’11 agosto 1970, dopo lunghe polemiche sul rispetto della storicità del monumento.

Curiosità

  • Solo la porta centrale è scolpita e raffigura le Opere della Misericordia: dar da mangiare agli affamati, dar da bere agli assetati, vestire gli ignudi, alloggiare i pellegrini, visitare i carcerati e gli infermi, seppellire i morti.
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L'interno

È diviso in tre navate da colonne e pilastri; ai fianchi si aprono dieci piccole absidi nelle quali furono costruiti degli altari barocchi, distrutti alla fine del XIX secolo per la volontà di riportare il Duomo alla sua struttura originaria.

DA SAPERE:

  • Il colore rosato del pavimento è dato dal marmo rosso di Prodo, piccola località poco distante da Orvieto.
  • L'organo, disegnato da Ippolito Scalza e Cesare Nebbia nel 1584, è tra i più grandi d’Italia e permette di supportare concerti di ogni genere.
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È diviso in tre navate da colonne e pilastri; ai fianchi si aprono dieci piccole absidi nelle quali furono costruiti degli altari barocchi, distrutti alla fine del XIX secolo per la volontà di riportare il Duomo alla sua struttura originaria. Notevole è l’effetto prospettico creato dall’alternanza bicroma di basalto e travertino.

Curiosità

  • Tra gli anni Cinquanta del Cinquecento e gli anni Venti del Settecento venne realizzato un ciclo scultoreo, rimosso dalla cattedrale, assieme agli altari laterali, alla fine dell’Ottocento, per riportare il Duomo allo stile delle origini. Per lunghi anni le statue vennero spostate al piano terra del Palazzo Soliano per essere poi chiuse in casse di legno collocate nei sotterranei del Duomo. Nel 2006 vennero esposte nella chiesa orvietana di Sant’Agostino, per poi ritornare, nel 2019, all’interno della Cattedrale collocate esattamente nel loro sito originario individuato tramite preziose foto di fine Ottocento.

L’organo

Disegnato da Ippolito Scalza e Cesare Nebbia nel 1584, è tra i più grandi d’Italia: contava originariamente 13 mantici e 4000 canne. Lo strumento è inserito in una sontuosa struttura in legno intagliato, dorato e dipinto: si eleva sopra l’ingresso della Cappella del Corporale.

Il coro

Intagliato ed intarsiato da Giovanni Ammannati da Siena e aiuti nel XIV secolo, viene rifatto, sul modello originario, nel XX secolo. È formato da tre ordini di seggi che includono, nella parte centrale, la cattedra episcopale. Alcune porzioni dell’originale sono oggi conservate nel Museo dell’Opera del Duomo.

Le vetrate delle navate

All’intervento di restauro ottocentesco appartengono le vetrate istoriate con santi, stemmi, emblemi ed iscrizioni delle navate laterali, alcune sovrapposte a lastre di alabastro, realizzate in stile neo-medievale dal perugino Francesco Moretti.

La vetrata della tribuna

La grande vetrata della tribuna, realizzata nel XIV secolo da Giovanni di Bonino da Assisi, è un vero capolavoro dell’arte gotica. È divisa in 44 riquadri rettangolari, rappresentanti episodi della vita di Maria.

Gli affreschi dell’abside

Il ciclo pittorico dell’abside ha per tema la Vergine Maria, così come raccontata nei Vangeli. Alle pareti sono rappresentati Episodi della vita della Vergine e, nella volta, la sua incoronazione. I dipinti sono stati eseguiti da Ugolino di Prete Ilario ed aiuti sul finire del Trecento e subirono un importante intervento di restauro verso la fine del Quattrocento ad opera di Giacomo da Bologna, di Bernardino di Betto detto il Pinturicchio e di Antonio da Viterbo detto il Pastura.

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La Cappella di San Brizio

Celebre per il ciclo di affreschi con Storie degli Ultimi Giorni, avviato dal Beato Angelico nel 1447 e completato da Luca Signorelli nel 1499-1504.

 

DA SAPERE:

  • Le pareti e le volte della Cappella sono state digitalizzate tramite 10.000 scatti in altissima definizione. Entra virtualmente con il visore a 360°
  • Il Giudizio Universale, capolavoro di Luca Signorelli, è stato fonte di ispirazione per Michelangelo nella realizzazione della Cappella Sistina
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All’interno del Duomo di Orvieto, si apre la Cappella di San Brizio, autentico capolavoro di Luca Signorelli, che vi lavorò tra il 1499 e il 1504.

Nel 1396 l’orvietano Tommaso di Micheluccio stabilì nel suo testamento un lascito per la costruzione di una cappella dedicata all’Assunta. Questa, completata nel 1444, è oggi conosciuta come Cappella di San Brizio, a motivo della tavola della Madonna di San Brizio, qui trasferita nel 1622.

Il 14 giugno 1447 l’Opera del Duomo stipulò un contratto con Beato Angelico per affrescare la Cappella sul tema del Giudizio Universale. L’Angelico realizzò sulla volta solamente il Cristo Giudice seduto su un trono di nuvole e la vela dei Profeti, prima di partire improvvisamente alla volta di Roma, chiamato dal Papa a lavorare nella Cappella Sistina.

Il 5 aprile 1499 la Fabbrica si accordò con Luca Signorelli per la prosecuzione del lavoro dell’Angelico. Il 27 aprile 1500, terminata la decorazione della volta, con un secondo contratto, l’artista ebbe l’incarico di dipingere l’intera cappella.

Il Beato Angelico che inizia il lavoro, colloca sulla volta il Paradiso: i santi, divisi secondo le varie schiere, sono intorno al Cristo, giudice glorioso. Sulle pareti sottostanti, Luca Signorelli esprimerà il suo genio e ci darà il suo capolavoro: Le storie della predica dell’Anticristo, della fine del mondo e del Giudizio Universale.

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La Cappella del Corporale

Costruita a metà del XIV secolo, la cappella deve il suo nome alla preziosa reliquia del Sacro Lino del miracolo di Bolsena, qui custodito.

DA SAPERE:

  • Nel 1263, mentre un sacerdote boemo celebrava la messa a Bolsena, gocce di sangue scesero dall’ostia e andarono a bagnare il corporale. Papa Urbano IV, conosciuto l’episodio miracoloso, fece trasportare il Sacro Lino nella città di Orvieto, dove, l’anno seguente, con la bolla Transiturus, istituì la festa del Corpus Domini.

  • Ogni anno la città di Orvieto ricorda il miracolo di Bolsena e l’istituzione della festa del Corpus Domini con la processione del Sacro Corporale, accompagnata dalla sfilata del corteo storico in costumi medievali.

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Costruita a metà del XIV secolo, la cappella deve il suo nome alla preziosa reliquia del Sacro Lino del miracolo di Bolsena, il Corporale, qui custodito. La decorazione delle pareti si deve a Ugolino di Prete Ilario con la collaborazione di diversi artisti, tra cui fra Giovanni Buccio Leonardelli, Petrucciolo di Marco, Domenico di Meo, Piero di Puccio e Antonio di Andreuccio. Ciascun riquadro è corredato di una scritta esplicativa della rappresentazione: nella parete di destra sono rappresentati episodi del miracolo di Bolsena, in quella di sinistra episodi miracolosi riferiti all’Eucaristia. Sopra l’arco di ingresso della Cappella è collocata la raffigurazione dell’Ultima Cena. In essa, alle spalle di Giuda Iscariota, è raffigurato un demonio.

Curiosità

  • Si narra che un sacerdote boemo, Pietro da Praga, nutrisse molti dubbi sulla transustanziazione, cioè sul fatto che l’ostia, al momento della consacrazione, divenisse il Corpo di Cristo. Nel 1263, durante un pellegrinaggio verso Roma, si fermò a Bolsena. Mentre celebrava la messa nella chiesa di Santa Cristina, gocce di sangue scesero dall’ostia che teneva in mano e andarono a bagnare il corporale, cioè il tessuto di lino utilizzato durante la celebrazione liturgiche. Papa Urbano IV, che si trovava ad Orvieto, conosciuto l’episodio miracoloso, fece trasportare il Sacro Lino in città e, con la bolla Transiturus nel 1264, istituì la festa del Corpus Domini.

  • Ogni anno la città di Orvieto ricorda il miracolo di Bolsena e l’istituzione della festa del Corpus Domini con la processione del SS. Sacramento e del Sacro Corporale, accompagnata dalla sfilata del corteo storico in costumi medievali, in cui sono rappresentate tutte le magistrature dell’epoca comunale, gli stemmi e le armi delle famiglie gentilizie orvietane.

La volta

La volta è stata in parte decorata da Giacomo da Bologna con stelle d’oro su fondo azzurro. È suddivisa in otto vele, in cui sono rappresentate profezie e simboli eucaristici. Nelle lunette sotto le volte sono state raffigurate coppie di angeli e gli stemmi dell’Opera del Duomo.

Tabernacolo dell’Orcagna

Collocato oltre l’altare, conserva il Sacro Lino del miracolo di Bolsena. Il tabernacolo, in stile gotico, venne disegnato da Niccolò da Siena e realizzato da Andrea di Cione, detto l’Orcagna, a metà del XIV secolo. In marmo bianco e rosso, è decorato da mosaici. Originariamente, il Corporale era conservato all’interno di un reliquiario realizzato nel 1338 da Ugolino di Vieri, che è oggi visibile all’interno degli spazi espositivi del Museo dell’Opera del Duomo, nella Libreria Albèri.

Madonna dei Raccomandati

Collocata lungo la parete destra della Cappella del Corporale, raffigura la Madonna della Misericordia che, circondata dagli angeli, accoglie sotto il proprio manto uomini e donne per proteggerli. La tavola è stata eseguita da Lippo Memmi nella prima metà del XIV secolo.

Modalità di accesso

L’accesso alla Cappella dove è custodito il Sacro Corporale è libero ed è consentito solo per motivi di culto, ogni giorno secondo gli orari di apertura della Cattedrale. Durante le funzioni religiose celebrate presso l’Altare maggiore della Basilica, l’accesso alla Cappella non è consentito.

L’ingresso è situato sul lato sinistro della Cattedrale, guardando la facciata.

 

OSTENSIONE DEL SACRO CORPORALE

Per motivi conservativi, il Vescovo diocesano ha disposto che la Reliquia del Sacro Corporale venga esposta solo nei seguenti periodi:

  • dalla mattina di Natale alla sera dell’Epifania
  • dalla mattina di Pasqua alla sera della Pentecoste
  • il giorno del Corpus Domini
  • il giorno dell’Assunta
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La Cripta

La cripta è in realtà un oratorio collegato un tempo al transetto da due rampe di scale. A metà del Trecento, destinata a luogo di sepoltura, venne in gran parte affrescata.

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Nel primo progetto la cattedrale terminava con un’abside semicircolare che, dopo poco tempo, iniziò a mostrare segni di instabilità. Quando Lorenzo Maitani giunse ad Orvieto per dirigere il cantiere della cattedrale (1308-1310 circa), demolì l’abside sostituendola con una tribuna quadrangolare, sotto la quale ricavò un ambiente, adibito ad oratorio. Vi si accedeva dall’interno del Duomo, attraverso due rampe di scale che scendevano dal transetto. Nel 1357 fu deciso di ridurre questo locale a luogo di sepoltura, facendone decorare le pareti con pitture, andate oggi quasi completamente perdute.

Curiosità

  • Gli affreschi tuttora esistenti raffigurano due sante ed una suggestiva Annunciazione della seconda metà del XIV secolo; di fronte all’ingresso, si trova la Crocifissione di Cola Petruccioli, commissionata da un tale Savinus Vannutii nel 1380. Vi è rappresentato il Cristo assistito da san Giovanni e dalla Madonna. Ai lati sono raffigurati san Costanzo e san Brizio con dei confratelli in preghiera.
  • Nel 1971 l’Opera del Duomo decise di dare inizio ai lavori per la realizzazione della Cripta dei Vescovi, destinata a custodire i resti mortali dei vescovi di Orvieto.
    • Orari di ingresso

      La Cripta viene aperta solo in occasioni straordinarie, in particolare per la celebrazione eucaristica da parte di gruppi.

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Il Museo Etrusco "Claudio Faina"

Nel cuore di Orvieto, proprio di fronte alla maestosa facciata del Duomo, il Museo Etrusco "Claudio Faina" custodisce una delle più straordinarie collezioni archeologiche d'Italia. Un luogo imperdibile per gli amanti della storia, dell’arte e della cultura etrusca.

Perché Visitare il Museo Claudio Faina?

  • Scoprire l’Orvieto etrusca, ultima delle città a cadere, nel 264 a. C., sotto l’egemonia di Roma, che da li a poco, sarebbe diventata la capitale del Mediterraneo e di tutto il mondo conosciuto.
  • Ammirare i capolavori etruschi in una delle collezioni più prestigiose d’Italia.
  • Godere di una vista esclusiva del Duomo, direttamente dalle finestre del museo.
  • Esplorare la mostra "Grandi Maestri dal Museo dell’Opera del Duomo di Orvieto", che arricchisce l’esperienza con pezzi unici di di rilevante valore culturale e artistico.

 

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Biglietto combinato Duomo + Museo Etrusco "Claudio Faina"

Approfitta del biglietto combinato per immergerti nella storia e nell’arte di Orvieto!

  • Un solo biglietto, due meraviglie – Scopri il capolavoro gotico del Duomo e approfondisci la storia etrusca al Museo Faina.
  • Risparmio esclusivo – Accedi al museo con un supplemento di soli 3€ rispetto al biglietto standard del Duomo.
  • Esperienza culturale completa – Un viaggio nel tempo tra capolavori architettonici e preziose testimonianze della civiltà etrusca.
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