Oltrepassato il Ponte di Mezzo, d’improvviso appare la sua mole maestosa capace di abbracciare l’intero quartiere popolare della città. Il grande tempio francescano venne edificato a partire dal 4 giugno 1566 ad ovest del torrente Parma, nel “co’ di Ponte”, un’area urbana ad insediamento prevalentemente popolare, che aveva accolto buona parte delle famiglie di origine laziale al seguito dei Farnese nel momento del loro insediamento a Parma.
Visita garantita con un minimo di 2 ingressi interi tutti i giorni alle ore 15,00.
La nuova Chiesa veniva innalzata, con il patrocinio del potere ducale, per riparare alla soppressione della chiesa e del convento omonimi fuori Porta Nuova, avvenuta all’epoca della “tagliata” voluta da Pier Luigi Farnese, e per esercitare una più forte presa sull&rsqu... leggi di più
La nuova Chiesa veniva innalzata, con il patrocinio del potere ducale, per riparare alla soppressione della chiesa e del convento omonimi fuori Porta Nuova, avvenuta all’epoca della “tagliata” voluta da Pier Luigi Farnese, e per esercitare una più forte presa sull’elemento popolare. L’accentuato movimento esterno delle pareti non lascia presagire la calma che si incontra varcando l’altissimo antiportico della Chiesa. Quarantanove finestre conferiscono al vasto ambiente ellittico progettato dall'architetto parmigiano Giambattista Fornovo un’atmosfera luminosa e riposante. Sulle pareti spiccano gli aggraziati stucchi di Luca e Giovanni Battista Reti. Il pluteo, i seggi in noce del coro e la tavola della Vergine in trono col bambino e Santi di Francesco Zaganelli da Cotignola (1518) provengono dall'antica Chiesa di Porta Nuova, dalla quale veniva salvata anche la celebre Annunciazione di Correggio, oggi conservata all'interno della Galleria Nazionale di Parma. L’organo realizzato nel 1805 da Giuseppe Serassi, le cantorie settecentesche, la pietra nera che la tradizione vuole fosse usata da San Francesco d’Assisi, piccolo di statura, per parlare ai fedeli in occasione della sua visita a Parma, le storie della vita di San Pietro d’Alcantara di Pier Ilario Spolverini e i delicati dipinti monocromi di Sebastiano Galeotti, non sono che alcuni dei tesori nascosti nella grande mole del tempio che finì per rappresentare, già agli inizi del XVII secolo, il corrispettivo in termini di edilizia ecclesiastica e conventuale del complesso monumentale della Pilotta situato sull’altra sponda del torrente Parma. Il Convento della SS. Annunziata è conosciuto per l’apostolato di Padre Lino Maupas, in nome del quale tutt’oggi i frati e la Parrocchia si dedicano a servizi di carità. Oltre alla Camera di Padre Lino, con il suo letto, i suoi poveri oggetti, il breviario e il rosario, i sandali sfondati dal perenne camminare, cimeli, reliquie, fotografie e documenti, il convento francescano custodisce anche uno straordinario patrimonio storico artistico. Tra le numerose opere meritevoli di essere scoperte si segnalano la Sagrestia, con austeri mobili in noce del XVI secolo che custodiscono preziosi reliquiari e paramenti del XVII e XVIII secolo, l’Antica Sala Capitolare con affreschi di scuola emiliana del tardo Cinquecento e le due porte lignee, attribuite alla scuola di Alessandro Vandone, che dai corridoi della Sala Capitolare immettono al monumentale chiostro secentesco, un’oasi di pace e di serenità immersa nel cuore dell’Oltretorrente. Raggiunto il lato occidentale del chiostro si accede all’Antico refettorio e, saliti al primo piano, alla Cappella per i convalescenti e all’antica Biblioteca conventuale, con il suo patrimonio costituito da più di 15.000 volumi, pregevoli atlanti geografici di provenienza olandese del XVII secolo, eleganti Bodoniane, testi scientifici, medici, opere musicali, Bolle Pontificie e documenti notarili, frutto e testimonianza dell’attività degli studiosi presenti per secoli all’interno del convento della SS. Annunziata.
nascondiIn treno
La stazione ferroviaria si trova a 10 minuti a piedi dal centro storico (segnato sulla mappa), sulla riva orientale del fiume di Parma. Qui arrivano centinaia di treni ogni giorno dall’Italia settentrionale e centrale e anche da alcune città europee. È il mezzo più comodo e confortevole per raggiungere Parma, l’orario e le categorie dei treni sono controllabili sul sito di Trenitalia. Solo per i treni di lunga percorrenza (Intercity o Freccia) è bene comprare per tempo il biglietto, perché costano meno. I biglietti per i treni Regionali sono sempre in vendita, si possono acquistare alla cassa. Le casse sono aperte dalle 6:00 alle 21:00. In tutte le stazioni italiane ci sono anche casse automatiche.
In auto
Da qualsiasi via d’accesso arriviate a Parma troverete parcheggi gratuiti. Questi parcheggi sono serviti da navette.
L’esterno è caratterizzato da dieci cappelle radiali che imprimono alla massa della chiesa una poderosa accelerazione centrifuga. Alla spinta impressa dalle cappelle fa da contrappunto, al livello superiore, la catena continua di concavità delle pareti fra i contrafforti.
Questo motivo statico, teso ad aiutare la controspinta della grande volta, secondo un sistema utilizzato dai Romani per i serbatoi e per i terrapieni e dal Peruzzi nei progetti di dighe, fa rassomigliare l’eccentrica architettura della SS. Annunziata quasi ad un ingranaggio.
nascondiDurante le battaglie combattute in città nel 1734 e 1742, i frati furono dispersi e il convento trasformato in ospedale militare. Adibito a caserma delle reclute della Grande Armata Napoleonica in seguito alla soppressione generale dei conventi del 1810, il convento sarebbe stato restituito ai Frati Minori Osservanti solo nel settembre del 1814.
Nuovamente occupato dall’esercito dopo la morte della Duchessa Maria Luigia d’Austria nel 1848, trasformato in caserma militare dal neonato Regno d’Italia nel settembre del 1862 e durante gli eventi bellici della Prima Guerra Mondiale, ferito dalla scossa sismica del 9 novembre 1983 e dal crollo di parte della copertura e della volta del braccio nord il 24 dicembre del 1984, il Convento Francescano sempre rinasceva. La Chiesa e il Convento Francescano della SS. Annunziata sono testimonianza di fede e carità attiva e custodi di uno straordinario patrimonio storico artistico.
nascondiLa notte dell’Ascensione dell’anno 1626 il tetto della chiesa della SS. Annunziata improvvisamente crollava. Come ricordano le fonti “la detta caduta fu motivo di restaurare, anzi perfezionare la Chiesa della Santissima Madre…”.
Per interessamento della vedova di Ranuccio I Farnese, Margherita Aldobrandini, si costituì una congregazione di fabbricieri che “si tassarono da sé medesimi d’un notabile sovvenimento per cadauno” e “Madama Margherita, oltre ad avere donato 50 pesi di ferramenti, 40 mila quadrelli, e circa tre mila lire, ordinò una Congregazione di Dame, le quali, partiti li quartieri della città, fecero personalmente buone cerche e ritrovarono quantità di legnami e di danaro”. Girolamo Rainaldi avrebbe di lì a poco ricostruito la copertura della chiesa, favorito dall’azione diretta della famiglia ducale, apportando probabilmente alcune modifiche al progetto del Fornovo.
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